love kills (genova15)

Mi hanno consigliato un bel libro: “The Hours”di Michael Cunningam.
Bel libro. Davvero. Ci hanno fatto anche il film, con Nicole Kidman “imbruttita” e Meryl Streep.
Guardando il film, dato che la storia la conoscevo già ho potuto concentrarmi sui dettagli.
Ma non sui dettagli delle scene o delle ambientazioni.
Per me i dettagli erano alcuni personaggi secondari del libro. Come Leonard, il marito di Virginia Woolf; o come Sally, la compagna di Clarissa.
La cosa che più ho notato è come questi due personaggi, così intimi nei confronti dei protagonisti, in realtà, non avessero niente in comune con loro, in realtà non riuscivano affatto a comprenderli.
Leonard, che nel tentativo di salvare la moglie da se stessa si sposta, sposta tutto il suo mondo, in campagna, apre una tipografia e si preoccupa continuamente, anche in maniera ansiogena, di ciò che sua moglie fa o non fa. E nonostante tutto Leonard non riesce minimamente a comprendere il disagio, il dolore di sua moglie. Nonostante tutto sua moglie gli deve parlare duramente seduta su una panchina di una stazione, ricordandogli che lui, che in fondo la ama così tanto, la sta indirettamente uccidendo, che lui non ha capito proprio niente.
Perché Virginia non pensa a Leonard? Perché Virginia deve essere così crudele nei confronti di un uomo che la ama tanto da decidere di passare con lei il resto della sua vita, nonostante tutto? Perché nessuno pensa che anche Leonard sta soffrendo, forse addirittura più di sua moglie?
E Sally. Perché Sally è così fredda, è così distaccata? Perché Sally lascia che la sua compagna di vita decida di continuare a combattere quella sua battaglia contro i mulini a vento della sua giovinezza? Perché Sally non arriva a capire il disagio di Clarissa? Eppure Clarissa ha scelto Sally come persona con la quale invecchiare. E Sally ha fatto lo stesso con Clarissa. Eppure, in fondo, Sally e Clarissa sono due perfette sconosciute.
La verità vera, alla fine di tutto, è che in realtà tra di noi rimaniamo perfetti estranei. Mentiamo, nascondiamo, pensiamo sempre e solo a noi stessi. Possiamo fingere di aprirci, di trovare punti di contatto, di affetto, di amicizia. Tanto è tutto inutile. Viviamo in mezzo agli stranieri.

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